Dopo la condanna arriva il sequestro: beni per tre milioni di euro sono stati posti sotto chiave ad un imprenditore di Cassino. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Frosinone.
Le indagini, svolte dalle fiamme gialle di Cassino, prendono le mosse dagli accertamenti a carico dell’imprenditore che avevano permesso di raccogliere elementi che hanno portato ad accusarlo di usura, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività creditizia.
A gennaio scorso il G.I.P. del Tribunale di Cassino aveva emesso nei confronti dell’imprenditore un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, nonché il sequestro di disponibilità finanziarie e di un ingente patrimonio immobiliare, intestato – secondo le accuse – fittiziamente a familiari e prestanome.
A giugno il Tribunale di Cassino lo ha condannato a 4 e 2 mesi di reclusione e oltre alla confisca dei beni e delle disponibilità finanziarie.
Secondo le indagini dei finanzieri l’imprenditore, per oltre dodici anni, si era macchiato dei reati che gli vengono contestati, in modo continuativo, nei confronti di decine di vittime, quasi tutte esercenti attività com-merciali e in un evidente stato di bisogno, soprattutto dopo la crisi economica dovuta alla pandemia e alla crisi energetica. In una delle attività commerciali riconducibili allo stesso l’uomo aveva stabilito il centro operativo in cui avvenivano le erogazioni di denaro.
Secondo la guardia di Finanza la pericolosità sociale del soggetto risale al 2008: e proprio da quell’anno -dice l’accusa – l’imprenditore ha vissuto, anche in parte, con i proventi di attività delittuosa.
Sono stati sequestrati nove locali commerciali; otto appartamenti; sei locali ad uso garage e deposito; cinque terreni; due autovetture; tre attività commerciali situate nel centro cittadino e operanti nel commercio di prodotti ittici, della ristorazione, di attività ricettiva e di locazione immobiliare; nonché disponibilità finanziarie per circa 345.000 euro.