CASTROCIELO – Ci sono 6 indagati per la morte di Rudy Colantonio e Antonio Russo, che persero la vita lungo la Casilina nel territorio di Castrocielo schiacciati da un pino mentre erano a bordo di una Smart. La tragedia c’era stata il 29 ottobre del 2018. Il reato ipotizzato dagli inquirenti è omicidio colposo.
I carabinieri forestali del (N.I.P.A.A.F.) di Frosinone, coordinati dal maggiore Masi, hanno notificato questa settimana gli avvisi di conclusione indagini, emessi dal PM della Procura della Repubblica di Cassino Emanuele De Franco, a 6 persone, tra responsabili comunali, dell’astral e della ditta ciociara che si occupa della vigilanza e del pronto intervento: gli inquirenti dicono che non è stato fatto nulla per prevenire ed impedire così la morte dei due.
Le indagini, spiegano gli inquirenti, hanno accertato che l’albero era effetto da gravi ed evidenti difetti morfostrutturali: presentava radici strozzanti sull’intera circonferenza del fusto e il legno era deteriorato sul 34% della sezione trasversale. Questo è quello che è emerso dalle perizie disposte dalla procura. «Per tali motivi – si legge nella nota – l’albero avrebbe dovuto essere abbattuto con urgenza».
Pur conoscendo il cattivo stato in cui versava l’albero non si è agito: questo sostengono i carabinieri e la procura. Dicono che c’era un rischio per l’incolumità pubblica, per un eventuale cedimento, ma che nessuno si è adoperato per intervenire subito.
Mesi e mesi di indagini, con analisi di documenti e testimonianze, che hanno portato gli inquirenti a dire che anche i rappresentanti comunali avrebbero dovuto agire. Gli indagati a Castrocielo sono il sindaco Filippo Materiale ed il responsabile del settore tecnico. il primo cittadino, dal canto suo, spiega di avere piena fiducia nella magistratura. “I giudici giustamente devono andare a fondo in questa vicenda – ci ha detto – ma io ritengo di aver fatto tutto quello che era nelle competenze mie e del comune”. Più volte il sindaco infatti aveva chiesto l’intervento dell’astral segnalando la pericolosità dei pini sulla Casilina, sollecitando un intervento urgente. A fine maggio del 2017 c’era stata anche una ordinanza che ingiungeva all’astral di provvedere al taglio delle piante. Alcune erano state abbattute, ma non tutte. Una battaglia per la sicurezza della strada, spiega Materiale, iniziata già nel 2013.
Gli inquirenti invece sostengono che il comune non è intervenuto direttamente “pur essendo obbligato a farlo”.
I forestali dicono ancora che non sono emersi interventi puntuali da parte della società, della Valle di Comino, deputata al servizio di sorveglianza e di pronto intervento stradale. Ora tutti gli indagati hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o per presentare memorie difensive.
I due indagati della ditta che doveva occuparsi della manutenzione sono difesi dall’avvocato Sandro Salera, mentre il sindaco Materiale si è rivolto all’avvocato Gianrico Ranaldi.