CISTERNA – 21 OTT – “Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée”. Il rinvio a giudizio dei 4 stranieri arrestati per l’omicidio della 16enne non è una consolazione per la famiglia, come ha spiegato la nonna materna subito dopo la notizia.
La decisione del Gup di Roma Clementina Forleo è arrivata nella tarda mattinata: per la morte di Desiree Mariottini, l’adolescente di Cisterna di Latina trovata senza vita il 19 ottobre dello scorso anno all’interno di uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo a Roma, saranno in quattro alla sbarra.
A poco più di un anno da quella tragica notte, Il giudice ha stabilito che vadano a processo i cittadini d’origine africana Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe, accusati di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori.
La prima udienza è fissata per il 4 dicembre nell’aula bunker di Rebibbia. Secondo l’aggiunto Maria Monteleone e il pm Stefano Pizza, i quattro avrebbero abusato a turno della ragazza dopo averle fatto assumere un mix di droghe che ne hanno provocato la morte. Ad incastrarli, nell’impianto accusatorio, ci sono anche tracce dei Dna trovate dagli investigatori sul corpo della ragazza. Per questa vicenda, Comune di Roma, Regione Lazio e le associazioni ‘Insieme con Marianna’ e ‘Dont’t worry- Noi possiamo Onlus’ si sono costituite parti civili.
E tra meno di un mese e mezzo in aula si cercherà di ricostruire con esattezza cosa è accaduto quella notte.