Un coordinamento scientifico fatto di docenti universitari ed esperti nazionali nel settore per studiare il fenomeno , monitorarlo ed arrivare ad una soluzione. Ed oggi, dopo 70 giorni di attente analisi incrociate, c’è il verdetto: la Saf di Colfelice torna alla piena operatività dopo lo stop sopraggiunto a scopo precauzionale nell’ottobre scorso, quando venne rilevata la presenza di zinco fuori misura nei rifiuti indifferenziati.
Gli esperti hanno verificato tutte le possibili cause , per questo sono stati condotti esami sul rifiuto in ingresso nell’impianto, sulle varie fasi di lavorazione, sul prodotto finito, sull’impianto stesso al fine di ottenere risultati attendibili. Le risultanze danno conferma al sospetto iniziale: e cioè che si sia trattata di una immissione anomala ed occasionale all’interno del rifiuto indifferenziato. Infatti, mai nel passato si era rinvenuta presenza del metallo in misura superiore ai limiti previsti dalle norme. Immissione che probabilmente ha avuto origine con la contestuale gestione della emergenza in provincia di Latina, verificatasi nei mesi a cavallo tra luglio ed agosto 2021, insieme alle altre normali attività della Saf.
A questo punto Saf ha avviato le procedure per la ripresa a pieno regime di tutte le sue attività.
“Siamo soddisfatti – dichiara il presidente Lucio Migliorelli – perché la task force ha confermato la bontà e la qualità del nostro lavoro. Ciò che è più importante per i cittadini è che a questo punto possiamo tornare a lavorare in totale sicurezza, evitando l’utilizzo di impianti fuori regione costosi in termini sia economici che di impatto ambientale.