La battaglia vera ora si sposta sul territorio: una battaglia che servirà per individuare precocemente i nuovi casi di positività nel Lazio. E servirà molta, moltissima, prudenza nella Fase 2 dell’emergenza Covid 19. Lo ha ribadito l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, in un’intervista al Corriere della Sera.
L’individuazione dei nuovi casi avverrà soprattutto attraverso le Uscar (Unità speciale di continuità assistenziale regionale). «Oggi – ha detto D’amato – siamo attrezzati con 20 unità mobili, ma l’obiettivo è arrivare a 40. E poi ci sono i 580 infermieri di distretto”.
A preoccupare un po’ tutti è , ovviamente, il rischio che la curva dei contagi possa risalire: «Il nostro R0 oggi è inferiore allo 0,5, il che vuol dire che siamo in sicurezza, ma se dovesse alzarsi, avvicinarsi e superare 1 sarà un problema. Per questo la sorveglianza sarà costante. La popolazione deve usare la massima attenzione ma dipenderà – ha aggiunto D’Amato – anche dall’uso delle mascherine specie in luoghi chiusi e dal distanziamento sui mezzi pubblici”.
D’Amato ha anche detto che fino ad ora nel Lazio posti letto e terapie intensive sono stati utilizzati al 60%. I 5 Covid hospital resteranno in funzione fino a che non si troverà un vaccino, mentre i reparti torneranno gradualmente alla loro destinazione originario sempre con uno sguardo attento alla curva dei contagi.
L’assessore ha confermato che stanno per partire i test sierologici su 300 mila persone nel Lazio: riguarderanno il personale sanitario in senso ampio, cioé tutti coloro che lavorano in ospedale, anche gli addetti alle pulizie e le cooperative esterne, medici di base e i pediatri, e le forze dell’ordine. Un test che aiuterà gli esperti a capire come il virus sia circolato. «Pensiamo – dice D’amato al Corriere della Sera – che si possa concludere entro i primi 20 giorni di maggio”.
Ed anche la sanità privata – ha aggiunto l’assessore – può aiutare con i test sierologici. L’importante è che anche loro stiano all’interno di un quadro di regole, di scopi e finalità, di metodologie e tetti calmierati dei costi. Saranno 70 a Roma e nel Lazio i centri che saranno individuati dalla Regione. Nei prossimi giorni, finite le ultime indagini dei nostri uffici – ha concluso l’assessore – la lista sarà a disposizione dei cittadini”.