CROTONE – 18 NOV – Beni archeologici provenienti dalla Calabria venduti in maniera illecita in tutto il territorio nazionale. Sono state 23 le ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale in una operazione in cui hanno collaborato anche i carabinieri dei comandi provinciali di Frosinone e Latina che hanno operato in sinergia con gli specialisti del comando tutela patrimonio culturale.
In Ciociaria e nel Pontino sono state svolte alcune delle 80 perquisizioni che erano state disposte dalla magistratura. Nel corso dell’attività sono stati recuperati reperti risalenti al IV e al III secolo avanti Cristo: vasi e lucerne in terracotta, piatti e monili vari. Sequestrati anche i mezzi meccanici utilizzati per gli scavi ed altri reperti, provenienti dalla Calabria ed arrivati in diverse regioni italiane. Il valore dei sequestri ammonta a svariati milioni di euro.
L’inchiesta era partita a maggio 2017 e si era conclusa nel luglio dello scorso anno. Con quella inchiesta era stata accertata la presenza di questo gruppo criminale di tombaroli in grado di gestire il traffico illecito, dagli scavi fino alla distribuzione in Italia e all’estero. Il gruppo criminale era organizzato secondo modalità imprenditoriali, grazie anche a specifiche competenze in materia, sia storiche che tecniche nei sopralluoghi sui diversi terreni prima degli scavi da effettuare.