FORMIA – 01 GIU – Prima che le forze di polizia dessero esecuzione alla sentenza di condanna in Cassazione giunta a conclusione del processo Formia connection, due dei 4 imputati si sono consegnati spontaneamente. Tra questi c’è Angelo Bardellino, nipote del boss di camorra Antonio, giunto sabato pomeriggio alle porte del carcere di Cassino per costituirsi. Per tutti e 4 la Cassazione ha confermato le condanne che erano state inflitte sia in primo grado che in appello: 7 anni e 5 mesi per Bardellino, 6 anni e 11 mesi per Franco D’Onorio De Meo, 6 anni e 11 mesi per Tommaso Desiato, e 7 anni per Giovanni Luglio. Di questi due si sono consegnati a Cassino, tra cui Bardellino, e altri due sono stati rintracciati ed arrestati dagli agenti del commissariato di Formia.
Trova così l’epilogo giudiziario la storia cominciata 15 anni fa con l’avvio delle indagini del commissariato di Formia che portarono alla luce un sistema estorsivo fatto anche di pestaggi e minacce, anche attraverso l’uso di pistole, nei confronti del presidente di una cooperativa sociale a cui erano stati affidati dei lavori dall’amministrazione comunale.
A distanza di 15 anni dai fatti è arrivata la sentenza della Cassazione che ha confermato le pene inflitte ai 4 nei due processi precedenti, rigettando la tesi difensiva dei legali degli imputati.