Il 40% delle domande riguarda aziende di Piedimonte San Germano, per la presenza dello stabilimento Fca e delle fabbriche del suo indotto. Segue Cassino con il 13%, Frosinone con il 7, Anagni con il 5. L’analisi dei dati sulle richieste di Cassa integrazione per COVID pervenute e che riguardano il solo comparto metalmeccanico ciociaro, fotografa una provincia fortemente impattata dal lockdown. È stata la Fim Cisl a studiare i numeri: 10.060 lavoratori di 432 Aziende dislocate in 47 Comuni della nostra provincia sono stati collocati in CIGO nel periodo Marzo – Maggio 2020, dati al lordo delle domande per gli ammortizzatori attivabili per il settore artigiano e della piccola impresa.
81% delle richieste è pervenuto da imprese con dimensione compresa tra 1 e 15 dipendenti, il 17% da azienda tra 16 e 100 dipendenti ed il 2% da aziende con più di 100 dipendenti, ma il 43% del totale dei lavoratori collocati in cassa lavora in quel 2% di aziende e FCA da sola copre il 35% del totale delle richieste.
Ma l’utilizzo di ammortizzatori sociali ha contenuto parzialmente quella che è la crisi più importante degli ultimi 25 anni.
Molte aziende ancora non sono in grado di ripartire con le produzioni per mancanza di commesse, per il congelamento della domanda, per questa incertezza sul futuro che regna sovrana in questo momento. E il sindacato è preoccupato per i prossimi mesi.
E’ allarme rosso tra per le piccole – medie imprese del settore metalmeccanico, spiega la FIM-CISL di Frosinone che, attraverso le parole del segretario generale Fabio Bernardini, esprime profonda preoccupazione: ”Dalla metà di giugno si andrà verso la scadenza del secondo step di CIGO per covid-19, ammortizzatore sociale a cui hanno potuto accedere tutte le aziende anche al di sotto dei 15 dipendenti per far fronte alla crisi, il secondo step di successive 4 settimane partirà dal 1 settembre. Ma i dubbi riguardano il periodo che va tra i due blocchi di CIG: settimane in cui tutte le aziende non avranno alcuna copertura e dovranno far fronte con le proprie forze alla devastazione della crisi”.
Secondo Fabio Bernardini il primo passo da fare per cercare di tamponare la situazione potrebbe essere quello di anticipare il secondo step di CIG alla metà di giugno: “Le problematiche esposte precedentemente non le vive solo la provincia di Frosinone, purtroppo è comune a tutti i territori italiani, per arrivare almeno al 17 di agosto lo stato deve trovare il sistema di anticipare il secondo step di CIG per covid-19, in questo modo di sicuro non si risolve il problema ma almeno si ha più tempo per intervenire”.
Il segretario della FIM-CISL di Frosinone infine rivolge un accorato appello alle istituzioni, affinché istituiscano un vero tavolo per affrontare queste problematiche.