Va bene la vendita da asporto dal 4 di maggio per le attività ristorative ma occorre anche anticipare l’apertura del settore legato all’agriturismo.
Lo dice Coldiretti Frosinone sulla base dei dati elaborati dall’associazione a livello nazionale. Dati che ci dicono che la chiusura forzata di bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha un effetto a valanga sul settore agroalimentare con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu che sale a 5 miliardi per effetto del lockdown prolungato al primo giugno.
Il lungo periodo di chiusura – dice il presidente provinciale di Coldiretti Frosinone Vinicio Savone – sta pesando su molte imprese dell’agroalimentare made in italy a livello nazionale, tanto quanto a livello locale.
Dati alla mano – continua lo stesso Savone – da quando è cominciata la pandemia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell’attività con un impatto che varia da settore a settore con picchi anche del 100%, come per l’agriturismo.
Ed è proprio su questo settore – secondo il direttore provinciale di Coldiretti Frosinone Carlo Picchi – infatti è proprio sull’agriturismo che si deve puntare, con un’anticipazione dell’apertura. Anche per ragioni logistiche: Situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola, e favoriti dagli ampi spazi all’aperto gli agriturismi sono forse – sostiene Picchi – i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.
Con l’arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna – osserva il direttore provinciale – significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare. Proprio per questi motivi secondo Coldiretti le strutture agrituristiche devono poter ripartire anch’esse all’inizio di maggio.