Impossibile proseguire il servizio, non ci sono i soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti o i fornitori. E così più di trenta comuni, la maggior parte dei quali in provincia di Frosinone, potrebbero presto trovarsi nel caos. Perché il servizio in questione è quello della raccolta dei rifiuti. Già sospeso in molti centri, dove i disagi sono cominciati da giorni. La scelta è stata comunicata venerdì sera dall’amministratore giudiziario della Tac ecologica a tutti gli enti coinvolti. E ora i sindaci devono correre ai ripari, con ordinanze per fronteggiare l’emergenza e affidare in via temporanea il servizio.
Tutto è cominciato con l’inchiesta dei carabinieri forestali che a giugno ha riguardato proprio la Tac Ecologica di Veroli, che gestisce non solo il servizio di raccolta ma anche il centro di trasferenza di Piglio. Fu nominato dal tribunale un amministratore giudiziario che subito si è reso conto della situazione difficile delle casse dell’azienda, dovuta soprattutto, dice, alla difficoltà di incassare i soldi che i comuni le dovevano.
Nella lettera inviata l’amministratore ripercorre tutta la vicenda, spiegando che più volte ha sollecito i comuni anche per via legale, ma che da metà settembre, quando c’è stato il pignoramento da parte di alcuni creditori, la società non può più operare sui propri conti. Sono stati quindi bloccati i pagamenti degli stipendi, dei fornitori e dei debiti verso l’erario.
Una situazione che quindi non poteva continuare. Per questo il tribunale di Roma ha autorizzato l’amministratore a comunicare la rescissione dei contratti. La società, si legge nella lettera, resta però a disposizione dei comuni per ogni necessità.
Quelli interessati sono: Amaseno, Arnara, Atina, Bassiano, Trivigliano, Vico Nel Lazio, Cervaro, Fumone, Guarcino, Collepardo, Torre Cajetani, Sgurgola, Fonata Liri, Maenza, Patrica, Santelia, Acuto, Filettino, Fiuggi, Piglio, Paliano, Serrone, Trevi E quelli dell’unione Antica Terra Di Lavoro.
I disagi in molti comuni c’erano già, con situazioni al limite, ma queste parole, di venerdì sera, hanno mandato nel panico molti amministratori che ora hanno due giorni di tempo per trovare una soluzione.