68esimo posto per Frosinone, 53esimo per Latina: stiamo parlando di povertà educativa, una forma di povertà purtroppo in crescita, che impatta fortemente sulla capacità dei minori di immaginare il proprio futuro.
La classifica arriva da Il Sole 24 ore su dati Ista in base al censimento 2021 e fotografa una Penisola spaccata in due: il divario emerge in modo marcato sui titoli di studio della popolazione residente oltre i 9 anni, età minima di riferimento per l’alfabetizzazione. Sono quasi tutte del Mezzogiorno le dieci province con la più elevata incidenza di residenti con basso livello di istruzione, cioè uguale o inferiore alla licenza media: Sud Sardegna, Barletta, Nuoro, Oristano, Ragusa, Caltanissetta, Enna, Prato, Brindisi, Taranto.
Nel Lazio la situazione che ne viene fuori è in piena media nazionale: Il capoluogo con meno povertà educativa è Roma con il 38,2. Dopo Roma c’è Rieti con il 44,8% poi Frosinone con il 47,6%, Viterbo con il 48,1% e Latina che con il 48,8%, l’unica della Regione a superare la media nazionale che ha il 48,2%.
Che cosa significa: che quasi la meta dei residenti nel pontino non ha raggiunto la terza media.
I dati riflettono così l’abbandono scolastico, ma non riescono a misurare il ruolo del contesto: dotazione scolastica, contesto ambientale, capacità reddituale delle famiglie, disoccupazione e accesso a internet.
Ed il pontino sconta un altro problema quello relativo a comunità di stranieri, asiatici e indiani, i cui figli trovano difficoltà di inserimento negli istituti scolastici pontini, con altissimi livelli di dispersione. Una questione questa affronata solo 7 giorni fa in occasione della giornata contro lo sfruttamento dei minore, da Save the children che mise la provincia di Latina prima in Italia insieme a Ragusa per incidenza di questo grave problema.
A conferma di quanto la scuola giochi un ruolo cruciale nell’inserimento sociale, arriva oggi il report de Il Sole 24 ore che pone l’accento e ricorda l’urgenza di intervenire con percorsi ad hoc.