I costi sono ormai alle stelle e chiunque abbia fatto rifornimento nelle ultime settimane se ne è accorto: mentre la politica discute sulle accise e sulla necessità di intervenire per calmierare i prezzi del carburante, il Codacons interessa della questione la magistratura anche nel Lazio. L’associazione dei consumatori ha presentato una denuncia alle procure della Repubblica di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti nei confronti del ministero dell’Economia e delle Finanze per appropriazione indebita e speculazione da aggiotaggio, con diffida a congelare i 2,2 miliardi di euro di accise incamerati solo nell’ultima settimana. E, contestualmente, nei confronti delle pompe e dei grossisti che nel corso di queste settimane hanno speculato sulle vacanze degli italiani: questo almeno è quello che sostiene il Codacons in una nota.
L’Associazione, che ricorda come gli effetti deleteri della decisione di non rinnovare lo sconto da 30 centesimi sulle accise per il 2023 fossero già stati noti da mesi, spiega come le tasse sulla benzina rappresentano la mazzata finale che sta colpendo il portafogli degli italiani, con conseguenze dirette e indirette (in termini di rincari a cascata sui listini dei prodotti trasportati e sulle tariffe di una moltitudine di servizi). Il Codacons torna quindi alla carica per capire quale sia la causa dei repentini aumenti dei listini alla pompa e se vi siano possibili manovre speculative finalizzate ad alzare i prezzi in occasione degli spostamenti dei cittadini. Per farlo, richiede ancora una volta controlli e sequestri presso gli impianti che vendono la benzina a prezzi che si discostino eccessivamente da quelli medi.