Le indagini sono partite con la segnalazione di un istituto comprensivo di Grottaferrata che ha contattato la guardia di finanza per segnalare le costanti richieste di congedo straordinario avanzate da un insegnante per l’assistenza di un’anziana donna gravemente malata, che diceva essere sua parente e convivente.
Gli accertamenti svolti hanno consentito di accertare come nessuna assistenza fosse stata in realtà fornita all’anziana donna che, addirittura, era domiciliata da tempo in una casa di riposo fuori regione nel periodo in cui l’uomo fruiva delle assenze scolastiche.
Ma l’uomo non era solo: insieme alla moglie – stando alle accuse – ha abusato dello stato di isolamento af-fettivo della donna, inducendola a metter a loro disposizione la pensione, compresa quella di invalidità, fino all’azzeramento del conto corrente. E senza fornire alcuna forma di supporto e assistenza per le gravi pato-logie sofferte dalla donna.
Il denaro dell’anziana sarebbe stato poi utilizzato, al netto del pagamento di una parte delle rette di soggiorno per la casa di riposo per esigenze personali della coppia: acquisto di beni di lusso, carburante e spese presso saloni di bellezza, per oltre 90.520 € in soli 4 anni.
Dalla documentazione acquisita, i militari hanno anche riscontrato come i due coniugi avrebbero contraffatto e formato dichiarazioni sostitutive di certificazione e di notorietà in cui sarebbe stata falsificata la firma dell’anziana per ottenerne la pensione di invalidità.
Cosi è scattata la misura a carico dei due, emessa dalla gip del tribunale di Palmi su richiesta della Procura, notificata oggi dai Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria che hanno cosi dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari e al sequestro preventivo per 95.377,86 somma indebitamente percepita dalla scuola e dalla anziana signora. I coniugi entrambi di Reggio Calabria sono inda-gati a vario titolo per truffa ai danni dello Stato, circonvenzione di incapace, indebito utilizzo di strumenti di pagamento, e di falso in atto pubblico.