Prendera’ il via la prossima settimana l’arruolamento dei volontari per testare il vaccino Reithera nel Centro di riferimento per Malattie Infettive dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina guidato dalla prof della Sapienza Miriam Lichtner. In questo modo il nosocomio di Latina entra a far parte, insieme ad altri 20 centri italiani, della task force coordinata dallo Spallanzani di Roma per testare il vaccino tutto italiano. In ogni centro sara’ messa in campo una equipe composta da infettivologi, farmacisti e infermieri. Un ruolo altrettanto importante sara’ svolto, in ogni istituto aderente al progetto, dal laboratorio analisi per l’effettuazione e lo stoccaggio dei campioni di sangue prelevati dai volontari. “Il vaccino Reithera, completamente italiano e gia’ sperimentato in fase I allo Spallanzani i cui dati pubblicati qualche mese fa sulla sicurezza hanno evidenziato una buona risposta anticorpale e cellulomediata, pochi effetti collaterali e comunque autolimitanti ora si avvia verso le fasi successive di validazione. Parte percio’ adesso la fase II e III che andra’ a valutare oltre la sicurezza soprattutto l’efficacia. Lo studio e’ diviso come si dice in tre ‘bracci terapeutici’. Nel primo braccio il vaccino sara’ inoculato ai volontari in mono somministrazione, nel secondo braccio e’ prevista la somministrazione di due dosi a distanza di tre settimane e nell’ultimo braccio ai candidati sara’ iniettato il placebo. Il vaccino e’ stato sviluppato attraverso un adenovirus di Gorilla e per questo rientra nella categoria di vaccini di adenovirus non replicante e cioe’ ha la capacita’ di entrare nelle cellule target e di far produrre all’interno la proteina spike con cui il nostro sistema immunitario reagisce”, ha dichiarato all’agenzia Dire Miriam Lichtner.
“I volontari- prosegue l’esperta- devono possedere un minimo 18 anni ed non c’e’ un limite poi d’eta’. Infatti e’ incoraggiato l’arruolamento delle fasce d’eta’ piu’ avanzate. Il volontario e’ cooptato per un massimo di 7/8 visite nell’arco di due anni. L’impegno maggiore e’ nel primo mese in cui riceve la dose di richiamo. E’ importante chiaramente seguire pero’ il candidato in tutto il percorso di follow-up per capire l’efficacia del vaccino a lungo termine. La base per far partire la sperimentazione e’ di 50 volontari, ma l’arruolamento e’ competitivo quindi non c’e’ un tetto massimo di soggetti da arruolare. Il volontario ricevera’ un rimborso spese che copre tutto il percorso che e’ pari a 800 euro totali versati su una carta prepagata”. “La sperimentazione ha due importanti funzioni, la prima quella di poter in questo modo vaccinare le categorie ad oggi non previste dalla Regione Lazio e l’altra dare una mano alla scienza per sviluppare le conoscenze ad oggi disponibili. Non sappiamo se ci vorra’ un richiamo ulteriore cosi’ come non si sa per gli altri vaccini anti Covid in fase di utilizzo sia perche’ non esiste ad oggi un follow-up a lungo termine sia perche’ non sappiamo quale sia il livello di progressione, non solo della risposta anticorpale ma anche dell’immunita’ cellulomediata”, ha precisato Lichtner.
A giugno potrebbe esserci un ‘interim analysis’ dei risultati del vaccino Reithera in corso di sperimentazione ma non ci sono conferme ufficiali. La struttura pontina fa sapere che per informazioni e adesioni alla vaccinazione ReiThera e’ possibile contattare il numero +393277080059 dal lunedi’ al venerdi’ dalle 10:00 alle 18:00 o tramite mail scrivendo al seguente indirizzo covitar.latina@gmail.com. “In parallelo la Asl di Latina- aggiunge la Professoressa- sta studiando anche gli anticorpi monoclonali e fa parte di uno studio in valutazione presso Aifa. A febbraio c’e’ stata accelerazione in questo senso mentre oggi siamo in una fase di stallo. Appena saranno disponibili abbiamo la possibilita’ di usarle tali anticorpi monoclonali sui pazienti che sono all’esordio della malattia da Covid-19. Quindi possono essere usati su soggetti che stanno ancora bene ma che hanno un alto rischio di progredire nella malattia. Per fare questo basta una struttura di tipo ambulatoriale diurna dove si potrebbero infondere gli anticorpi monoclonali su quei soggetti, prima che la malattia peggiori per poi mandare il paziente a casa in giornata. Questo credo sarebbe un ottimo metodo di cura. Siamo pronti aspettiamo solo il via a livello nazionale e regionale”. Tra le varie attivita’ nella lotta al virus e’ stato reso noto che il Centro trasfusionale dell’ospedale Goretti di Latina e’ stato inoltre autorizzato a produrre il siero da convalescente. Per questo si esortano i pazienti guariti dal Covid a mettersi a disposizione della struttura. Le caratteristiche richieste sono quella di essere maggiorenne, maschio o donna che pero’ non abbia avuto figli. L’unico limite e’ quello di non aver avuto malattie che possono pregiudicare la donazione di sangue. Lo scopo dei clinici e’ quella di usare la produzione di plasma in setting particolari soprattutto sui pazienti affetti da immunodepressione.