Il Giudice ha negato sei arresti, ritenendo il pentito inattendibile, intanto però sono stati tolti gli incarichi operativi ai nove carabinieri finiti sotto inchiesta a Latina. La vicenda, pubblicata dal quotidiano Repubblica, è quella rivelata all’antimafia di Roma dal pentito Maurizio Zuppardo, finito in diverse inchieste relative al clan Di Silvio, una storia che, nella ricostruzione del collaboratore era fatta di droga, verbali falsificati e spaccio parallelo che avrebbe coinvolto per undici anni alcuni militari della Compagnia di Latina. Quelle rivelazioni sono arrivate sul tavolo del Procuratore di Latina De Falco che ha aperto un’inchiesta e chiesto l’arresto con le accuse a vario titolo di corruzione, spaccio, peculato, falso, abuso d’ufficio, concussione, furto e violazione sulla legge delle armi.
L’indagine, a cui sta collaborando anche il Comando Provinciale di Latina, ha visto l’analisi di documenti, l’uso delle intercettazioni tra gli indagati e l’ascolto di diversi testimoni, da cui sono emersi elementi che avrebbero trovato riscontro con le accuse del pentito. Zuppardo ha sostenuto che lui dava le dritte ai carabinieri, loro eseguivano i sequestri e poi gli fornivano un quantitativo di quella droga da spacciare. E qualcuno all’interno della caserma gli avrebbe anche chiesto parte del denaro incassato.