Ultimo addio allo scrittore Antonio Pennacchi, morto improvvisamente nella sua casa di Borgo Podgora a Latina mercoledì 3 agosto. Una folla di amici e concittadini, composta ma commossa, ha infatti salutato durante le esequie nella Cattedrale di San Marco a Latina, il premio Strega 2010 con ‘Canale Mussolini’. La sua città gli ha reso omaggio con un giorno di lutto separandosi dal narratore che, nel corso della sua attività letteraria, ha coltivato con passione la storia del suo territorio a partire dalla bonifica dell’Agro Pontino. “E’ stato – ha scandito il sindaco di Latina, Damiano Coletta alla fine del funerale – il cantore della nostra storia”. Un omaggio arrivato non solo dalla sua gente ma anche dalla Mondadori, la casa editrice che ha pubblicato le sue opere. A rappresentarla c’era il responsabile della narrativa italiana ed editor di Pennacchi, Giovanni Francesio. E poi da Lucio Caracciolo, il direttore di ‘Limes’, la rivista alla quale collaborava Pennacchi, il quale ha ricordato che i suoi articoli erano perfetti tanto che ”quando li leggevo non toccavo neanche una virgola”. Sui banchi della Cattedrale si è visto anche Umberto Croppi, già assessore alla Cultura del Comune di Roma, e ora direttore di Federculture. ”La vita di Antonio – ha scandito nell’omelia il celebrante, don Enrico Scaccia, che è stato parroco a Borgo Podgora dove ha abitato Pennacchi e ora è vicario del vescovo di Latina – non trova la parola fine in questi giorni perché è stato un seminatore: i suoi racconti e le sue descrizioni, che resteranno, hanno fatto emergere la ricchezza di questa terra che ha il sapore della fatica e della speranza. Antonio ha saputo trovare il punto giusto per condividere con la sua sensibilità l’amore per la vita in una ordinarietà mirabile. Attraverso il suo sguardo – ha aggiunto – ha saputo valorizzare la nostra storia e le nostre famiglie”.