Timbravano il cartellino ma di fatto non prestavano servizio presso il 118 pontino dove i due infermieri erano assunti come operatori presso la centrale operativa. Selfie sul lungomare di Terracina, a fare shopping o al bar a prendere il caffè: è quanto i due dipendenti Ares stando alle accuse facevano realmente pur risultando in servizio.
L’attività di indagine denominata Trincea è stata avviata dal procuratore di Latina De Falco mirata proprio a stanare eventuali fenomeni di assenteismo sul lavoro commessi dal alcuni dipendenti dell’ares 118 di Terracina. E nel corso dei controlli è emersa la vicenda che ha coinvolto i due, un 60enne ed un 54enne entrambi terracinesi, che oggi sono accusati di concorso in truffa aggravata ai danni dello stato. L’ironia della sorte è che uno dei due destinatari della misura rivestiva l’incarico di responsabile con la funzione di controllare il lavoro svolto dagli altri dipendenti della centrale operativa dell’ares.
I militari del Nas di Latina in mattinata, con il supporto dei carabinieri del comando provinciale di Terracina, hanno dato esecuzione ad una ordinanza che prevede l’applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dal pubblico servizio, per la durata di 10 mesi. Ma non solo perchè i militari hanno sequestrato una somma totale di 1533,32 euro pari – stando alle accuse – all’importo che i due avrebbero intascato pur non prestando effettivo servizio di lavoro.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nas l’ingiusto profitto è stato accumulato da entrambi tra dicembre e gennaio scorsi in cui hanno collezionato – ritengono i militari – ben 58 episodi di abusiva timbratura del badge.
Ma le indagini dei militari non si fermano qui: i Nas ipotizzano che i due riuscissero a concretizzare la truffa con la compiacenza di alcuni colleghi che timbravano il cartellino per conto dei due dipendenti Ares, oggi finiti nella rete dei carabinieri del Nas.