Latina – Sventata truffa alla Unipolsai, arresti e perquisizioni in uno studio legale

L’operazione si chiama Gold Crash ed ha permesso alla Polizia stradale di sventare un maxi truffa ai danni della Unipolsai.

      Al centro dell’inchiesta lo studio legale di consulenza ed infortunistica Trotta di Latina.

     Tutto parte da un incidente mortale avvenuto nel 2014 nel milanese. La vittima una ragazza nigeriana. Lo studio ha avanzato una prima richiesta di risarcimento nel 2016 pari a oltre 1 milione e 700 mila euro a Unipolsai, quale delegato dagli eredi della vittima.

    

Poi, grazie ad una sentenza del febbraio 2019 emessa dal Tribunale civile di Roma, i legali dello studio Trotta ottenevano prima il pagamento e poi il pignoramento di oltre 2 milioni e mezzo di euro per effetto della notifica presso 6 istituti di credito utilizzati dalla Unipolsai, procuravano il blocco di oltre 16 milioni di euro nonche’ l’operativita’ della stessa compagnia di assicurazioni.           Per sbloccare la situazione Unipolsai predispose il pagamento di quanto richiesto con assegni intestati agli eredi, uno per ciascun beneficiario, che non venivano però incassati e lasciati scadere.

 Quindi, nel marzo 2020, è accaduto un  fatto nuovo: lo studio Trotta  – sostiene l’accusa – ha avanzato una nuova istanza nella quale si richiedeva che l’importo dovuto, in un’unica soluzione, fosse versato su un conto corrente della Serbank Russail il cui intestatario risultava un cittadino rumeno di anni 36.

     Trattandosi di una operazione bancaria verso un paese sottoposto ad embargo ( la Russia), i più approfonditi accertamenti  hanno evidenziato che il cittadino rumeno in questione risultava essere il componente di un gruppo accusato di lucrare indennizzi da sinistri stradali in cui erano coinvolte persone straniere.

     Unipolsai a quel punto ha presentato una denuncia  presso la Procura di Bologna. Le indagini affidate alla Polizia stradale hanno ipotizzato che  i due legali dello studio Trotta, sotto la regia del titolare, un 73enne,  e del  suo faccendiere rumeno, avessero prodotto falsa documentazione apparentemente emessa da un notaio nigeriano, dove si attestava la volonta’ dei famigliari della defunta i procedere legalmente nei confronti degli istituti assicurativi italiani al fine di ottenere un risarcimento. Di vero, dunque, c’era solo il sinistro stradale del 2014 ove perdeva la vita la donna in questione. La mente è stata individuata proprio nel 73enne. Per lui e per il faccendiere rumeno sono stati disposti gli arresti domiciliari eseguita da Polizia stradale di Bologna e Squadra Mobile di Latina. Il rumeno è ricercato. Sono state eseguite cinque perquisizioni domiciliari e presso lo studio trotta.

     Risultano anche indagati due avvocati dello studio e la segretaria dello stesso  per aver concorso – secondo le accuse – alla formazione di alcuni atti e alla conservazione “occulta” delle pratiche.