LATINA – 26 MAR – La Regione Lazio si costituisce parte civile nell’ambito del processo contro Clan Di Silvio a Latina iniziato in mattinata. A darne notizia è il presidente dell’osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio Gianpiero Cioffredi. “La costituzione di parte civile – si legge in una nota della Regione – ha il valore di dimostrare concretamente di essere dalla parte dello Stato, dei cittadini e delle vittime delle mafie”.
Una indagine, quella partita grazie all’operazione Alba Pontina della Squadra Mobile, che prefigurò per la prima volta nella storia la contestazione dell’associazione a delinquere di stampo mafioso per la famiglia Rom del capoluogo pontino. Un clan, quello dei Di Silvio, che secondo la Regione insieme al clan Ciarelli, ha rappresentato per anni una seria minaccia per la vita sociale, economica e politica del capoluogo pontino, anche attraverso l’uso sistematico della forza e dell’intimidazione.
Una evoluzione, quella della famiglia Di Silvio nel panorama della criminalità pontina, che è stata delineata attraverso le indagini della Procura di Latina prima e dell’antimafia di Roma poi. Dalle estorsioni ad imprenditori e professionisti, fino al traffico di stupefacenti e alla penetrazione anche nei meccanismi politici cittadini e non. Tutti fatti che hanno retto nell’impianto accusatorio del processo iniziato in mattinata.
A questo procedimento sono sottoposti nove dei venticinque arrestati di Alba Pontina, l’udienza odierna è stata aggiornata al 15 maggio. Dalla Regione, a margine della prima udienza arriva il plauso verso chi ha indagato: “Grazie all’impegno delle forze dell’ordine, della procura di Latina e della Direzione Distrettuale Antimafia possiamo dire che la storia criminale del clan Di Silvio sta arrivando al capolinea”.