51 milioni di euro, a fondo perduto, cui possono attingere micro, piccole e medie imprese che, più di tutte, stanno pagando le conseguenze della pandemia, subendo limitazioni o chiusure temporanee della propria attività.
Dall’11 gennaio si potrà partecipare al bando presentando domanda telematica direttamente alla sezione dedicata del sito della regione lazio.
Potranno ricevere i fondi di “Ristoro Lazio Irap”, i liberi professionisti titolari di partita Iva e le micro, piccole e medie imprese (Mpmi) appartenenti a 283 distinti codici Ateco.
Più in dettaglio, i ristori saranno destinati a:
• Pubblici esercizi, come ristoranti, bar, gelaterie, enoteche, pasticcerie ecc.;
• Operatori del Turismo,
• Attività di organizzazione di convegni, fiere, feste, cerimonie;
• Attività legate a tempo libero e benessere: discoteche, parchi tematici, centri benessere e termali, ad esempio
• Attività del settore della cultura ad eccezione di cinema e teatri per i quali la Regione ha già pubblicato due avvisi specifici;
• Attività del settore dello sport (attività di corsi sportivi, palestre, piscine ecc.) che non abbiano già usufruito della specifica misura regionale per Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche;
• Attività del commercio, all’ingrosso e al dettaglio, chiuse dai decreti di marzo, oltre ad agenti e rappresentanti di commercio;
• Attività di servizi alla persona (barbieri, parrucchieri, estetisti ecc.).
L’importo del ristoro sarà pari alla rata dell’acconto Irap 2020 originariamente dovuta dalle imprese entro il 30 novembre. Il contributo sarà a fondo perduto, fino a un massimo di 25.000 euro a impresa.
“Da marzo ad oggi la Regione Lazio ha investito oltre 500 milioni di euro su misure per sostenere le imprese colpite dalla crisi economica generata dal Covid-19: si tratta di un impegno rilevante, a cui seguiranno ulteriori provvedimenti. L’obiettivo dichiarato dall’assessore regionale allo sviluppo economico Paolo Orneli è “non lasciare indietro nessuno, vincere questa battaglia e ripartire, per tornare a crescere.”