Il 2023 nelle carceri laziali si è chiuso con un incremento di detenuti del 9%, pari a 532 unità in più.
Su 14 istituti penitenziari della Regione Lazio ne restano sovraffollati ben 10: Latina ha il valore record del 170 per cento di sovraffollamento rispetto alla capienza regolamentare.
Segue Regina Coeli il cui tasso si sovraffollamento si at-testa al 165%, Civitavecchia 161 %, Viterbo 158%, Cassino 154%, Velletri 150%, Rebibbia 142%, Rieti 140%, Rebibbia 135%, Frosinone 103%.
E restano – accusa la Cisl Federazione nazionale Sicurezza – tante questioni sul piatto.
Come quella della sanità penitenziaria che evidenzia caren-ze diffuse.
Alla lettera inviata dai sindacati in Regione in estate – evidenzia il segretario Massimo Costantino – non c’è stata ri-sposta. Una missiva in cui si evidenziavano le criticità delle carceri del Lazio, non ultime, quelle legate alla gestione di detenuti con problemi psichiatrici e quelli attinenti alle REMS chiedendo una apposita convocazione urgente. Per la Fns Cisl Lazio occorrono interventi legislativi solo cosi può risolversi la problematica dato che tale situazione non può continuare a ricadere sul personale di Polizia Penitenziaria, Direttori e Funzionari del Corpo.
Ma anche il previsto aumento della dotazione organica dell’amministrazione penitenziaria risulta irrisoria: circa 80 unità da spalmare su 14 istituti della Regione.
Molte sono le questioni risolte, tra le quali, la riapertu-ra della stanza dedicata ad ospitare i detenuti nell’ospedale di Viterbo.
E poi il ripristino delle norme contrattuali , con procedu-ra mediante il Commissario ad acta , negli istituti di Viterbo, Cassino, Frosinone, ” Casal del Marmo”.
Risultano, ancora, criticità a Cassino – osserva la Cisl – dove, da un anno circa le relazioni sindacali sono interrotte.