Lazio – Carceri, la relazione annuale del Garante: a Latina affollamento del 150 per cento

Il tasso di affollamento nell’istituto penitenziario di Latina raggiunge il 150 per cento: cosi come a Civitavecchia e Regina Coeli. È quanto emerge dalla relazione annuale del Garante della Carceri del lazio, Stefano Anastasia, che in Regione ha presentato i dati sull’attività svolta negli anni 2021 e 2022.

            Il Lazio è la quarta regione italiana per numero di detenuti (preceduta da Lombardia, Campania e Sicilia). A fine 2022 le persone detenute nei 14 istituti per adulti della regione erano 5.933. La capienza regolamentare complessiva degli istituti penitenziari della regione era di 5.217 posti, con un tasso di affollamento conseguente pari al 114 per cento, leggermente superiore alla media nazionale del 109 per cento.

            Ma – ha rimarcato lo stesso Anastasia – se si considera il numero di posti effettivamente disponibili, il tasso di affollamento raggiunge il 125 per cento, con  Latina, Civitavecchia e Regina Coeli che – come detto – vanno anche oltre.

            Il 15 per cento delle persone detenute nel Lazio è in attesa di primo giudizio; un altro 15 per cento con una condanna non definitiva. Il restante 70 per cento ha una condanna definitiva.             Sono dunque 4.149 le persone con pena definitiva, e a poco più della metà di loro  è stata comminata una condanna di durata inferiore ai cinque anni. Nella popolazione carceraria del Lazio   – emerge dalla relazione – è più alta l’incidenza di persone condannate per reati meno gravi, rispetto a quanto avviene nel resto del Paese.

            “Rifiutare il sovraffollamento come condizione naturale dell’esecuzione della pena detentiva – ha dichiarato Anastasìa – obbliga a scegliere tra il carcere della extrema ratio, conforme alla Costituzione e riservato agli autori di gravi reati, e l’ospizio dei poveri a cui le nostre carceri sono in gran parte costrette, resistendo alla tentazione del carcere per ogni cosa e scommettendo sulle sanzioni sostitutive e sulle misure di comunità per i reati minori”.

            Altro tema caldo è quello relativo al sistema della giustizia minorile che in questi anni – ha detto il Garante – ha sofferto molto tra strutture fatiscenti e cronica carenza di personale.