La struttura e le modalità d’azione delle organizzazioni malavitose nel Lazio sono eterogenee, ma in gran parte del territorio la loro presenza è forte e pervasiva. Lo dice la relazione semestrale della Dia relativa al 1 settembre 2020.
Per analizzare le dinamiche non va, inoltre, sottovalutata la contiguità con la Campania che ha indotto alcuni soggetti criminali a “delocalizzare” i propri interessi illeciti in alcune province laziali.
Nelle province di Roma e Latina, oltre alle presenze di sodalizi criminali autoctoni, emergono proiezioni di organizzazioni calabresi , campane e siciliane. La Ciociaria è attenzionata da gruppi camorristici.
Nella relazione si riferimento alle storiche presenze del clan VENOSA ed alle proiezioni del clan dei CASALESI e del clan MALLARDO: notevoli, poi, gli interesse degli stessi CASALESI e dei MISSO e dei MAZZARELLA nel settore del gioco. Nel particolare comparto è recentemente emersa anche una proiezione della criminalità lucana.
Nel territorio di Cassino si è registrata, nel tempo, una crescente presenza di proiezioni dei sodalizi criminali originari del casertano. In Ciociaria, inoltre, hanno trovato rifugio numerosi latitanti.
Diversi gli episodi delittuosi perpetrati da aggregazioni criminali autoctone. Queste risultano attive nel racket delle estorsioni, nell’usura, nel traffico e spaccio degli stupefacenti. Anche se non collegati alla criminalità di tipo mafioso, si segnalano, inoltre, reati commessi nel settore delle frodi fiscali e della gestione dei rifiuti.
Anche a Latina e Provincia – continua la relazione – proiezioni di organizzazioni mafiose tradizionali, quali camorra e ‘ndrangheta, convivono e fanno affari con quelle autoctone.
Il Sud Pontino si caratterizza per la presenza di personaggi legati a vari gruppi criminali, quali esponenti delle ‘ndrine calabresi dei BELLOCCO, dei TRIPODO, degli ALVARO e dei LAROSA-GARRUZZO. Anche il pontino è stato oggetto di interesse delle cosche anche ai fini di riciclaggio
Il sud pontino poi, vista la contiguità geografica, costituisce, per i sodalizi campani la naturale “area di delocalizzazione”, per esportare traffici illeciti in territori “meno affollati”. E sono nuovamente emersi interessi criminali sul MOF.
Come detto in Provincia di Latina è fortissima presenza della criminalità autoctona. Anche nell’ambito politico e amministrativo locale emerge – si legge nella relazione – un modello che vede il coinvolgimento di imprenditori nei settori dell’edilizia e del commercio, con rapporti collusivi-corruttivi finalizzati ad agevolare il rilascio di concessioni edilizie ovvero per ottenere l’aggiudicazione di appalti nei settori dei servizi pubblici.