Il Lazio, con 72 eventi negli ultimi 14 anni è la seconda tra le regioni più colpite per allagamenti da piogge intense. La nostra regione è seconda solo alla Sicilia. Di questi 72 allagamenti 49 hanno riguardato la città di Roma, mostrando tutta la fragilità della capitale. Nel Lazio il 3,5% del territorio è ad elevato rischio idrico, un bacino di utenza che conta circa 175 mila abitanti. Sono queste alcune delle conclusioni a cui è giunto il “Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni”, realizzato da Legambiente.
In questo quadro la provincia di Frosinone è quella che ha il territorio più ad alto rischio frane in termini percentuali. In Ciociaria infatti il 14,8% del territorio, ovvero 481 ettari è ad elevato rischio smottamento. Una situazione che coinvolge 33mila abitanti circa, ovvero il 6,8% della popolazione totale della provincia. Gli edifici che ricadono in quell’area sono quasi 15000 ovvero l’8,2% del totale. Va meglio in provincia di Latina, dove è il 5,5% del territorio a rischio frane, con una popolazione coinvolta di 11200 abitanti, ovvero il 2,1%.
Per quel che riguarda il rischio alluvioni, va decisamente meglio. In Ciociaria è il 2,2% del territorio ad essere a rischio allagamento, circa 71 ettari, con una popolazione di circa 11400 abitanti coinvolti. Gli edifici che potrebbero essere soggetti ad allagamenti sono circa 4500 ovvero il 2,3% della totalità, 866 le imprese con una percentuale del 2,5%. Un po’ peggio la provincia di Latina: il 2,9% del territorio è a rischio allagamento, ma con meno abitanti coinvolti, circa 9000 ovvero l’1,6% del totale.
“A Roma e nel Lazio – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – deve crescere la consapevolezza che un territorio come il nostro non debba essere ulteriormente cementificato e impermeabilizzato. Ci rivolgiamo in tal senso alla Regione e a tutte le amministrazioni comunali, e su tutte a quella della Capitale, per chiedere che venga fermato il consumo di suolo”. Questo il commento del presidente di Legambiente.