Ogni sistema scolastico è espressione di un particolare contesto sociale, di cui riflette valori e modelli. E non è un caso che l’istruzione moderna sia figlia di quella rivoluzione industriale che cambiò modelli economici, sociali e culturali. L’istruzione divenne obbligatoria proprio sul finire del 1800 per una maggiore richiesta di alfabetizzazione, per stare al passo con l’exploit meccanico e tecnologico, ma anche per affrancare le famiglie dalla quotidiana e costante gestione dei figli, dal momento che sul finire del 19esimo secolo anche la donna entra nel mondo del lavoro industriale lasciando il focolare domestico.
E così il sistema scolastico nei decenni si è adeguato alle rinnovate esigenze dei tempi. Nel Lazio il sistema che regolava la formazione per i bimbi da zero a sei anni, era lo stesso dal 1980. In 40 anni tante sono state le dinamiche sociali a mutare. Per questo oggi con una legge regionale, il Lazio rivoluziona il sistema di educazione e istruzione degli asili nido.
Strutture aperte anche nei giorni festivi, di sabato, durante le vacanze natalizie e pasquali, nel mese di agosto e anche in orario notturno; l’inserimento degli orfani di femminicidio tra i criteri che danno priorità nell’accesso; nidi domestici o nidi all’aperto, nei boschi e in campagna, per una didattica open door; maggiore flessibilità per i papà di assentarsi dal lavoro ed occuparsi dei propri figli.
Sono solo alcune delle novità introdotte dal consiglio regionale con l’approvazione della legge proposta da 2 esponenti del Pd, Eleonora Mattia e Salvatore La Penna, ma che ha trovato poi in regione un consenso quasi trasversale, con 28 voti a favore e sei astenuti.
Tra le novità anche l’obbligo per la struttura di avere un numero non inferiore al 20% di neonati, per dare la possibilità alle neo mamme di ritornare, qualora lo desiderassero, quanto prima sul posto di lavoro.
Per quanto riguarda il personale, non sarà più sufficiente il diploma per poter insegnare al nido. Laurea obbligatoria o comunque l’aver sostenuto percorsi formativi dedicati alla prima infanzia e alla pedagogia.
La soddisfazione arriva da più parti. Ad evidenziare la necessità di una rivoluzione, a 40 anni dall’ultima riforma sul tema, è lo stesso governatore regionale Nicola Zingaretti.
Una bella pagina di cultura quella che scrive la Pisana, evidenzia invece il presidente del consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini.
L’assessore regionale Alessandra Troncarelli sottolinea tra i vari aspetti, quello relativo alla copertura finanziaria: oltre 48 milioni di euro per il triennio 2020-2022 che serviranno a finanziare vari interventi: dal sostegno economico alle famiglie, a quello rivolto ai comuni per alleggerire le rette mensili, ma anche riqualificazioni strutturali e l’avvio di progetti sperimentali per consentire di frequentare gli asili nido anche nei festivi o di notte.
Occhi puntati sulle categorie fragili, con una maggiore attenzione economica loro dedicata ma anche con canali preferenziali per poter accedere agli asili comunali, per molti off limits a causa di graduatorie molto stringate.
Insomma , i prossimi 3 anni saranno campali per dare concretezza a quella rivoluzione pedagogica deliberata nel Lazio, prima Regione in Italia a rimodulare un sistema educativo per l’infanzia rispondente alle necessità sociali e familiari del 21esimo secolo!