Regina Coeli , il Nuovo Complesso a Civitavecchia e Latina: sono le tre carcere che attualmente nel Lazio presentano il maggior numero di criticità, con tassi di affollamento superiori al 150%.
L’allarme è della Cisl, all’indomani dell’ennesima aggressione verificatasi all’interno di una casa circondariale. L’ultimo episodio in ordine di tempo, a Frosinone dove un detenuto americano ha ferito alla gola un agente. Ma non sono solo questi tre istituti a patire problematiche: basti pensare che Viterbo, Velletri, e Rebibbia Cinotti presentano tassi effettivi di affollamento superiori al 130%-
Condizioni di sovraffollamento superiori ai limiti che, secondo la sentenza Torregiani, ricorda il sindacato, determinano una condizione di detenzione che può configurarsi come trattamento inumano e degradante in assenza di altre misure di attenuazione del disagio.
Per la Federazione Nazionale della Sicurezza Cisl, è urgente, anche, determinare protocolli d’intesa con le Regioni al fine di regolare la non trascurabile e pericolosa gestione, da parte dei colleghi penitenziari, di detenuti affetti da gravi turbe e nevrosi psichiche.
Qui si apre un altro problema, perché SECONDO IL SINDACATO “si continua a gravare sugli Istituti Penitenziari CON il personale costretto a gestire anche detenuti con problemi psichiatrici o , peggio ancora, detenuti che dovrebbero essere inviati nelle Rems.” Tutto questo con una carenza negli istituti penitenziari della regione Lazio di circa 700 unità di personale di polizia penitenziaria, rispetto alle dotazione organiche previste dalla legge. Numeri che secondo la Cisl devono far riflettere perché in ballo c’è la salute ed il rispetto degli agenti della penitenziaria ma anche quello d i detenuti: basti pensare che i suicidi in carcere “nel 2022 hanno raggiunto un livello senza precedenti”