Nonostante questa sia una ottima annata per la produzione vinicola secondo Coldiretti a causa del calo delle vendite, 4 cantine su 10 rischiano la chiusura.
Le stime sono buone, spiega Granieri, numero uno Coldiretti nel Lazio. Si stima in Italia una produzione di vino Made in Italy intorno ai 45 milioni di ettolitri, in calo di circa il 5% rispetto allo scorso anno, con il testa a testa con i cugini francesi per il primato mondiale.
Ma ci sono insidie dietro l’angolo cui bisogna far fronte prima che sia troppo tardi.
“Questa è la prima vendemmia segnata dagli effetti della pandemia mondiale– spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -con la minaccia dei dazi e della Brexit, con l’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna, che è stata per lungo tempo, il principale cliente del prosecco, il vino italiano più esportato nel mondo. Quest’anno a pesare sarà anche la carenza di manodopera qualificata per il blocco delle frontiere con il rischio Covid. A riguardo è fondamentale estendere i tamponi all’arrivo in Italia per i lavoratori stranieri nei campi provenienti dall’estero. Chiede Granieri che spiega come la prassi consentirà di svolgere le attività di raccolta con la Coldiretti, che ha avviato una campagna di comunicazione rivolta alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute pubblica.
Anche nel Lazio il lockdown ha dimezzato le vendite del vino a causa degli effetti della pandemia, che ha portato alla chiusura forzata di ristoranti, hotel, bar e pub, per oltre due mesi, determinando un netto calo del fatturato.
La soluzione secondo Coldiretti Lazio è intervenire urgentemente per sostenere le esportazioni, alleggerire le scorte, ridurre i costi e tagliare la burocrazia.
Questa è l’unica strada secondo il numero uno Granieri per evitare che la crisi si ripercuota in modo irreparabile su una regione a vocazione vinicola come il Lazio dove è presente oltre un milione di ettolitri di vino, di cui 358 mila sono Dop e ben 386 mila Igp.