Droga spacciata in carcere e nelle piazze di Torre Annunziata, Eboli e Messina, spesso consegnata anche a domicilio dopo una telefonata. Oltre 700 gli episodi contestati: 36 misure cautelari sono state eseguite dai ca-rabinieri del comando provinciale di Napoli, due riguardano il basso lazio. In tutto ci sono state 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere, sette ai domiciliari, 9 divieti di dimora ed un obbligo di firma. Coinvolti nell’operazione anche padre e figlio di Minturno. Per il papà, 59 anni, sono stati disposti i domiciliari. Carcere invece per il figlio, di 34 anni, che già si trovava in cella nella struttura di Via Sferracavalli di Cassino, detenuto per altri reati simili. Secondo l’accusa il 34enne spacciava nel carcere di Lanciano, dove si trovava recluso prima di arrivare nella città martire.
L’operazione porta la firma dei carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, coordinati dal procuratore ca-po Pierpaolo Filippelli, magistrato che vive a Scauri con la sua famiglia.
Gli indagati sono accusati di detenzione e spaccio di cocaina, hashish, marijuana e droghe sintetiche. Le inve-stigazioni sono iniziate nel gennaio 2018 e terminate nell’agosto dello stesso anno: il procuratore ha spiegato che l’indagine ha permesso di scoprire che le cessioni di droga erano consegnate a domicilio dopo un contatto telefonico, utilizzando un linguaggio criptico e utenze intestate a persone inesistenti. Durante le indagini è emerso anche un episodio di estorsione per il pagamento di una partita di droga, contestato ad alcuni degli indagati.