Un artista ciociaro che sa sempre far parlare di sé, Jacopo Cardillo, in arte Jago, stavolta ha conquistato il pubblico con un’opera installata nella notte a Napoli, in piazza Plebiscito: un bimbo nudo, rannicchiato su se stesso, inchiodato a terra da una pesante catena. A simboleggiare i più fragili, quelli che stanno pagando più di tutti le conseguenze di questo momento difficile, che sono stati atterrati dal lockdown e che non riescono a risalire la china. Si chiama Look-down: un invito, neanche troppo velato, a guardare in basso, ai problemi che affliggono la società e alla paura di una situazione di povertà diffusa che si prospetta essere molto preoccupante, soprattutto per i più fragili.
“Il significato della mia opera?” – ha detto – Andatelo a chiedere a tutti quelli che, in questo momento, sono stati lasciati incatenati nella loro condizione“.
Arriva dritto al cuore anche con questa scultura, che non può lasciare indifferenti, che smuove le coscienze, lasciando un profondo senso di inquietudine.
Delle sue opere si è parlato molto anche in passato: ha realizzato un mezzo busto di papa Ratzinger, lo ha spogliato, lasciandolo nudo, quando Benedetto XVI ha deciso di fare un passo indietro. Neanche un anno fa è arrivato nello spazio, una piccola scultura in marmo portata in orbita durante una missione guidata dall’astronauta italiano Luca Parmitano: un feto di un bimbo che simboleggia il potenziale umano, immagine di quella bellezza che appartiene a noi tutti”.
L’immagine di un bimbo che ritorna ora, con un significato completamente diverso e quell’invito a guardare in basso, per evitare che i più fragili restino schiacciati dal peso di quello che sta accadendo.