La merce , articoli medicali per lo più, veniva acquistata in in Lettonia, Lituania e Regno Unito da una società con sede a Nettuno. La guardia di finanza ha scoperto però che quella società di fatto era priva di qualunque struttura operativa , senza personale, senza sede, era dunque quella che si definisce società cartiera che veniva utilizzata – secondo le accuse – solo per assumersi tutto il debito dell’iva che non veniva mai versata alle casse dello stato, mentre quella merce veniva dirottata ad altre aziende sparse per l’intero territorio nazionale.
Gli accertamenti infatti sono estesi “a macchia d’olio” ed hanno appurato il coinvolgimento di altre società italiane, con sede a Caserta, Napoli, Nettuno, Perugia, Pisa, Tropea e Varese, che avrebbero conseguito un consistente risparmio dell’IVA, grazie all’interposizione della società ‘fittizia’secondo le accuse con sede a Nettuno.
Tra i destinatari delle fatture false un imprenditore della provincia di Varese, che avrebbe evaso imposte per quasi 2,5 milioni di euro, indagato per l’ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti.
Gli elementi raccolti dai militari hanno consentito alla Procura della Repubblica di ottenere dal G.I.P. l’emissione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente” del valore corrispondente alle imposte mai versate : sigilli dunque a sette immobili fra case e locali commerciali ubicati nella provincia di Varese, ma anche conti correnti bancari e polizze assicurative per quasi 700.000 euro.
Durante le perquisizioni presso le sedi delle società e l’abitazione dell’imprenditore è stato rinvenuto denaro contante per circa 17 mila euro e 60 orologi di lusso. Tutto sequestrato dalla guardia di finanza.