PIEIDMONTE S.G. – 03 GEN – Sarà il 4 febbraio prossimo il Gup del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce a decidere se Donatella Di Bona – la donna di 27 anni di Piedimonte San Germano indagata con il compagno Nicola Feroleto per l’infanticidio del loro bambino, Gabriel, di 28 mesi – potrà essere processata con il rito abbreviato condizionato allo svolgimento di una perizia psichiatra.
Al termine di un’udienza camerale il giudice per l’udienza preliminare sarà chiamato a recepire o meno l’istanza presentata da tempo dai legali della ragazza, gli avvocati Chiara Cucchi e Lorenzo Prospero, che hanno integrato la richiesta con l’audizione dei periti di parte che hanno avuto effettuato diverse consulenze sul conto di Donatella dal giorno, il 17 aprile scorso, dal tragico episodio consumato nelle compagne della “Volla”.
Si tratta dello psichiatra Federico Trobia, del medico legale Maria Viglialoro e del criminologo Fabio Colaiuda, interessati a dimostrare che Donatella Di Bona – ufficialmente “rea confessa” dell’omicidio del figlio – era incapace di intendere e di volere nel momento in cui ha strangolato e soffocato, con la complicità di Nicola Feroleto, il piccolo Gabriel. Qualora non venisse accolta la richiesta di processare la Di Bona dopo uno svolgimento di una perizia psichiatrica disposta dallo stesso Gup Di Croce, la sua difesa in subordine ha avanzato al Tribunale di Cassino l’istanza di svolgere il processo con il rito abbreviato ordinario che, in caso di condanna, consentirebbe all’imputata di beneficiare comunque di uno “sconto” di un terzo della pena. Un fatto è certo a questo punto.
Saranno due i processi che si celebreranno davanti il Tribunale di Cassino, con la pesantissima accusa di omicidio volontario in concorso, per individuare le reali responsabilità legate alla tragica scomparsa di un bambino di due anni e mezzo. Con la fissazione del giudizio immediato l’altro imputato, il 48enne Nicola Feroleto comparirà il prossimo 20 marzo davanti i giudici della Corte d’Assise del palazzo di Giustizia di piazza Labriola.
Il suo legale, l’avvocato Luigi D’Anna, ha confermato che l’uomo di Villa Santa Lucia non intende beneficiare di alcun rito alternativo, a differenza di quanto ha chiesto la compagna che ha avanzato la soluzione del rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica non potendo beneficiare del patteggiamento, soluzione non prevista per reati sanzionabili con una condanna superiore ai 5 anni. Deciderà il Gup Di Croce ma saranno determinante il parere dei magistrati titolati del fascicolo, i sostituti procuratori Valentina Maisto e Roberto Nomi Bulgarini