POZZILLI – 11 NOV – Una nuova strada per la prevenzione dell’ictus cerebrale: riattivando farmacologicamente il processo cellulare dell’autofagia, attraverso il quale le cellule si rinnovano, potrebbe essere possibile ridurre l’incidenza di ictus nei casi di ipertensione arteriosa.
E’ quanto scoperto grazie ad una ricerca dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), svolta in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, mostra che un cattivo funzionamento di questo processo porta a un netto aumento del rischio di ictus nei modelli animali di ipertensione arteriosa. Rischio che può essere fortemente ridotto riattivando l’autofagia attraverso molecole sperimentali.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Autophagy, è stato eseguito su ratti spontaneamente ipertesi predisposti allo sviluppo di ictus.
“In pratica – dicono Sebastiano Sciarretta e Giacomo Frati, Diparti-mento di Angiocardioneurologia Neuromed e Dipartimento di Scienze e Biotecnologie Medico-Chirurgiche, Facoltà di Farmacia e Medicina dell’Università Sapienza – le cellule dei ratti sottoposti a una dieta ricca di sale non sono più capaci di smaltire le loro componenti vecchie o degradate, soprattutto i mitocondri danneggiati. Questo è uno dei meccanismi che espone gli animali ad un’altissima probabilità di essere colpiti da ictus. Ma una volta avviato il trattamento con una molecola sperimentale, capace di riattivare i processi autofagici, il rischio viene notevolmente diminuito”.