Diminuiti i livelli di betaesaclorocicloesano nel sangue dei cittadini che vivono nella Valle del Sacco. E’ questo il risultato che più balza all’occhio dai primi dati emersi dalla campagna di monitoraggio sanitaria promossa in questi anni dalla Regione Lazio. I numeri riguardano le 1176 persone che si sono sottoposte alle analisi ematiche per determinare la presenza di sostanze inquinanti. Solo nel 13,7% del campione studiato si continua a rilevare un valore dell’inquinante superiore al limite. Nelle indagini precedenti il dato era più del doppio: 34,6%.
“Va avanti il lavoro della Regione nella Valle del Sacco – ha spiegato l’assessore Ghera – che ha sottolineato come l’impegno dedicato alle bonifiche va di pari passo con il monitoraggio della salute dei cittadini ed oggi si conclude una prima fase con questi risultati importanti”. E nell’incontro si è parlato anche dello stato di attuazione degli interventi sui siti industriali, finalizzati ad approfondire la situazione di falde acquifere e terreni.
La fase zero ha riguardato l’analisi delle acque ad uso potabile, irriguo e domestico ed ha visto la sinergia di Regione, Arpa, Ispra, Istituto Superiore di Sanità e Asl Roma5 e di Frosinone. L’area analizzata va da Colleferro fino alla confluenza tra Sacco e Liri nei pressi di Ceprano, per circa 70km. I dati indicano che non c’è un rischio di inquinamento diffuso.
Per quanto riguarda i terreni invece i campionamenti hanno superato il 60% del totale e sono state completate ad Anagni, Colleferro, Ferentino, Gavignano, Morolo, Paliano, Patrica, Segni, Sgurgola e Supino. Da settembre si proseguirà con gli altri comuni, i primi esiti emersi dai comuni completati non hanno mostrato criticità. “I primi dati sugli interventi realizzati sono molto positivi – ha commentato il Presidente Rocca – sarà un lavoro lungo e squisitamente tecnico, la Valle del Sacco ha bisogno di sviluppo e di una economia sostenibile”. Queste le parole del Presidente della Regione Lazio.