I prezzi dei carburanti hanno un andamento giornaliero e sono aggiornati costantemente dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). Tramite il sito istituzionale, è possibile tenere traccia dei prezzi di benzina, diesel, metano e GPL. Ma cosa paga il cliente ad ogni rifornimento?
Innanzitutto, bisogna tener conto del prezzo del petrolio greggio. Questo viene determinato ogni giorno da Platts, un’agenzia che gestisce il punto d’incontro tra domanda e offerta dei prodotti petroliferi. Platts determina quotidianamente il valore in dollari di una tonnellata di benzina (o gasolio) e quindi il prezzo dello stesso. Oltre al prezzo del greggio, sono presenti anche altre tassazioni: in Italia, la percentuale più alta (66%) dei prezzi di benzina, diesel (61%), GPL (45%) e metano (23%) è costituita dalle accise e dall’IVA. Le accise sono un argomento controverso e, in linea generale, vengono aggiunte in situazioni di emergenza per finanziare una specifica spesa ma, nei fatti, non vengono più rimosse. In particolare, in Italia, sono servite a finanziare determinate situazioni di guerra o di emergenza umanitaria: sono cifre molto piccole ma che, in totale, impattano in maniera significativa sui prezzi dei carburanti.
Come risparmiare?
Basta poco per risparmiare sul carburante e in particolare l’attenzione si focalizza su tre fattori principali: lo stile di guida, il tipo di carburante e il metodo di pagamento che si utilizza facendo rifornimento.
Per quanto riguarda lo stile di guida, l’attenzione principale è nel contenere gli sprechi: non frenare e accelerare continuamente, mantenendo una velocità costante, aiuta il motore della vostra auto; le automobili più moderne sono ormai equipaggiate del sistema Start&Stop che permette lo spegnimento automatico in sosta del motore per consumare e inquinare meno ma, in generale, rimanere in sosta con il motore acceso fa sprecare carburante quando non serve; il gonfiaggio delle gomme incide fino al 10% sui consumi e una bassa pressione rende difficoltosa la manovrabilità della vettura; mantenere bassi giri nei cambi di marcia, anche se meno “sportivo”, aiuta nel consumo di benzina.
Dal confronto dei prezzi dei diversi carburanti, non considerando le fonti rinnovabili ma ancora in sperimentazione (elettrico o idrogeno), si può notare che un primo passo per risparmiare potrebbe essere quello di cambiare tipologia di carburante. Infatti, attualmente, la benzina ha un prezzo medio di 1.549€/litro a dispetto del diesel (1.437€/litro) da cui ne risulta un guadagno sul prezzo apprezzabile da tutti coloro che superano i 20000 km all’anno. Per abbattere ulteriormente i costi, la scelta può ricadere sul GPL o sul metano che assicurano un risparmio dal 50% al 60%.
Il metodo di pagamento è invece un fattore sottovalutato. Esistono in commercio carte carburante monomarca, multimarca e universali e la maggior parte di queste è corredata da app che permettono di scegliere il distributore più economico. Le carte monomarca hanno il neo di essere associate solo con precise stazioni di servizio; quelle multimarca garantiscono la disponibilità di più pompe di benzina. L’ultima soluzione sono le carte universali che permettono di rifornirsi ovunque, anche nelle cosiddette “pompe bianche”. Questo tipo di distributori non sono associati a nessuna compagnia di distribuzione e offrono il vantaggio di essere svincolati dai costi legati all’immagine: di conseguenza il distributore può permettersi di offrire prezzi altamente concorrenziali (fino a 10 centesimi al litro in meno) che si ripercuotono su un risparmio dipendente dal chilometraggio percorso. Su un veicolo con un consumo di 4 litri/100km, si calcola un risparmio di 50€/anno semplicemente avendo solo cura di fermarsi in un certo distributore invece che in un altro.
Alla luce di ciò, se volete risparmiare sul carburante, la ricetta è fatta da una combinazione di abitudini, un’attenta scelta del tipo di carburante e del tipo di pagamento che insieme aiutano a salvaguardare le finanze.