Non sappiamo spendere i soldi che l’Europa ci ha dato: è questa la conclusione cui arriva la Cgia di Mestre che analizza il comportamento delle regioni in Italia nell’utilizzare quei fondi di coesione messi a disposizione nel periodo 2014-2020. Stiamo parlando di 64,8 miliardi di euro, di cui appena 35 miliardi sono stati spesi .
Pertanto, entro il 31 dicembre 2023, data di scadenza di attuazione di questo settennato, se non verranno utilizzati, quei soldi andranno persi.
Ma la situazione per quanto comune il linea di massima assume cifre e percentuali differenti regione per regione. Le amministrazioni più in difficoltà sono quelle del Mezzogiorno. Entro la fine del 2023, pena la perdita delle risorse, la Puglia deve spendere altri 335 milioni di euro, la Calabria 616 milioni, la Campania 1miliardo e 27 milioni e la Sicilia addirittura 1,45 miliardi.
Il Lazio è l’unica regione in Italia ad essere in debito e , almeno questa volta, è quasi un bene. Cosa significa? Vuol dire che ha ricevuto 936 milioni e ne ha spesi 964, 28 in più.
Ma è una situazione questa che appartiene esclusivamente al Lazio . Tutte le altre sono in attivo, cioè tutte le amministrazioni regionali hanno speso molto meno di quello che potevano per interventi di vario tipo, con soldi accordati da Bruxelles e che oggi rischiano di tornare al mittente perché non utilizzati.
Secondo la Cgia di Mestre a rischio oggi ci sono anche i finanziamenti legati al Pnrr per questo è utile risolvere quelle empasse che rallentano il sistema , in primis – secondo la Cgia – la difficoltà della nostra Pubblica amministrazione ad adeguarsi alle procedure imposte dall’UE. Dunque una macchina pubblica che si muove a rilento, con difficoltà e spesso sottopagata e in sottonumero.