“Un attacco alla democrazia, un attacco ad una istituzione che ha 115 anni, un attacco a 5 milioni di lavoratori italiani”: sono le parole di Benedetto Truppa segretario generale Fillea Cgil del Lazio che in mattinata è partito da Cassino per arrivare alla sede nazionale del sindacato, come hanno fatto decine e decine di delegazioni partite da ogni parte di Italia in direzione di corso Italia , per dire no a qualunque forma di violenza, la stessa violenza che ha mosso un gruppo di persone che, staccatesi dalla manifestazione no green pass, sabato pomeriggio hanno devastato la sede nazionale del sindacato, ma non solo: perché con ‘violenza squadrista’ – come ricostruito dalle forze dell’ordine – hanno seminato il panico anche lungo via del corso, spingendosi fino ai palazzi del Governo dove è stato necessario il ricorso agli idranti per allontanare i violenti.
Nella notte l’arresto di 12 persone, tra cui i leader di Forza nuova Castellino e Fiore. Da qui quella che ad oggi sembra più di una ipotesi che dietro ai fatti ci sia una regia neofascista a muovere l’attacco alla Cgil dove in mattinata il segretario generale del sindacato Maurizio Landini ha lanciato una mobilitazione democratica in tutto il Paese che apra le sedi, risponda ai problemi e non strumentalizzi il disagio”
C’ è anche una data: sabato 16 ottobre con una manifestazione unitaria cgil cisl uil a Roma per la democrazia, per il lavoro, contro i fascisti. L’invito del numero uno della Cgil è a tutte le forze sane e democratiche del Paese. “Vogliamo ricostruire l’Italia rimettendo al centro il lavoro e la dignità della persone” ha detto Landini.
E solidarietà è arrivata in mattinata da più fronti. Dalla Regione l’assessore alla sanità D’Amato spiega come la questione green pass non c’entri con i fatti di sabato: una cosa è manifestare contro provvedimenti , un’altra cosa è creare disordine e violenza contro cittadini per bene. Gli fa eco il presidente della regione Nicola Zingaretti che a poche ore dai fatti propone l’introduzione dei valori antifascisti nello Statuto della Regione Lazio, una modifica che permetterà di richiamare uno dei pilastri fondanti della Repubblica italiana a partire dalla Costituzione.