Otto autobus gremiti, oltre 500 associati Coldiretti sono partiti dal basso Lazio per raggiungere d piazza Santi Apostoli a Roma in occasione della grande mobilitazione con decine di migliaia di allevatori ed agricoltori con trattori e animali che hanno lasciato le campagne per scendere in piazza da Nord a Sud d’Italia. Cinque i mezzi partita dalla provincia di Latina, tre dalla ciociaria e decine di agricoltori che hanbno raggiunto la capitale in auto per manifestare il terrore di non farcela. E il tracollo è dietro l’angolo. Per questo, per rendere l’idea dell’impatto devastante dei rincari energetici sulla filiera, è stato allestito il “tavolo della verità”, che mostra ai consumatori i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori per i principali prodotti che mettono nel carrello. Il latte, ad esempio, viene pagato agli allevatori appena 38 centesimi al litro, mentre un coltivatore di pomodoro da industria per la passata si vede corrispondere addirittura 10 centesimi al chilo, secondo l’analisi Coldiretti. Non va meglio per chi produce grano per il pane, pagato 31 centesimi al chilo, né per le arance, dove il prezzo in campagna è di 43 centesimi al chilo, che scendono a 18 centesimi al chilo nel caso delle carote. Con il paradosso che molto spesso costano di più gli imballaggi del cibo che contengono.
A tutto questo si aggiungono i rincari delle materie prime. Quest’anno produrre cereali, come ad esempio il grano, costa agli agricoltori italiani 400 euro ad ettaro in più, mentre per i produttori di olio extravergine d’oliva e di vino i costi medi di produzione sono aumentati del 12%, secondo un’analisi Coldiretti
Nel giro di un anno la bolletta mensile di un’azienda florovivaistica media è passata, infatti, da 1700 euro a 6100 euro.
E’ un impatto devastante quello che stanno avendo i rincari dell’energia sull’intera filiera, dal campo alla tavola, in un momento già gravato da due anni di pandemia.
“La Regione Lazio – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – ha messo in campo un piano promozionale per il consumo del latte ed è al vaglio della vicepresidenza la possibilità di creare un osservatorio sulle pratiche sleali”. Arrivano dunque messaggi positivi. Ma non possono essere sufficienti in questo momento in cui il timore è che la speculazione dei prezzi possa affossare definitivamente un comparto CHE a stento è riuscito a reggere il peso dei due anni di covid.