Roma – Omicidio Serena, le richieste dell’accusa in aula ed il paragone con Vannini

Tutto confermato: Ventiquattro anni di reclusione per l’ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce Franco Mottola, 22 anni per sua moglie Annamaria e per il figlio Marco. Sono le richieste pronunciate in aula dai sostituti procuratori Francesco Piantoni e Deborah Landolfi, nel corso del processo di se-condo grado davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma per l’omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001. Richieste che erano state anticipate dalla memoria conclusiva depositata il 21 giugno scorso. La sentenza è stata fissata per il 12 luglio prossimo.

L’omicidio di Serena Mollicone richiama quello di Marco Vannini. A tracciare il parallelo, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma, è il sostituto procuratore generale Deborah Landolfi nel corso della requisitoria del processo per l’omicidio della 18enne di Arce uccisa nel 2001 facendo riferimento all’obbligo di “garanzia e di protezione dei titolari dell’abitazione nei confronti di persone da loro ospitate che si trovino in pericolo di vita’’.

Il pg spiega che nell’omicidio Vannini “il giovane era ospite in casa della fidanzata quando viene ferito da un colpo di arma da fuoco sparato dal padre della ragazza (Antonio Ciontoli ndr) e poi lasciato morire senza chiamare adeguati soccorsi”.
I sostituti procuratori generali Deborah Landolfi e Francesco Piantoni hanno chiesto l’assoluzione per il carabiniere Vincenzo Quatrale e quattro anni per Francesco Suprano nel corso della requisitoria del processo, davanti alla prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce uccisa nel 2001. La motivazione per la richiesta di assoluzione per Quatrale e’ “perché il fatto non costituisce reato” mentre per Suprano, per cui nella memoria conclusiva si chiedeva il proscioglimento per intervenuta prescrizione, si sollecita una pena di quattro anni per favoreggiamento dopo che il militare ha deciso di rinunciare alla prescrizione.

“E’ vero che Quatrale aveva una posizione di garanzia perché era presente in caserma e avrà sentito anche il rumore quando Serena è caduta a terra. La caserma non era insonorizzata”, ha detto Landolfi. “Quatrale si è reso conto che stava accadendo qualcosa di grave e se fosse andato a vedere avrebbe potuto denunciare il fatto. Se fosse successo questo anche lui dovrebbe rispondere di omicidio – ha spiegato – c’è però anche la possibilità che non sia andato a verificare perché non voleva confrontarsi con il comandante salvo poi modificare l’ordine di servizio quindi far risultare che lui e Tuzi non si trovavano in caserma”.