L’Italia deve credere di più nell’Industria come fattore abilitante della crescita. E serve un Piano Indu-striale per il Lazio. Lo ha detto il presidente degli Industriali, Angelo Camilli, nel corso della sua relazione all’assemblea generale a Roma.
Alla presenza – tra gli altri del ministro Urso, del governatore Rocca e del vice presidente di Confindu-stria Maurizio Stirpe – Camilli ha fatto notare come l’economia regionale dimostri di avere il fiato corto. Da soli i servizi non bastano per accelerare la crescita.
Per Camilli si deve ristabilire un rapporto più equilibrato tra l’industria intelligente e i servizi ad alto va-lore aggiunto nella nostra economia come antidoto alla bassa crescita. E Roma deve essere attrice protagoni-sta del Piano Industriale del Lazio.
E la nostra Regine non deve essere più il luogo in cui un’impresa aspetta in media 300 giorni per un’autorizzazione ambientale. Ridurre a 90 giorni queste performance – ha proseguito Camilli – sarebbe già il segno del salto in avanti che vogliamo fare.
I temi delle aree industriali devono trovare, più spazio nella discussione e adeguate risposte strutturali. Ad esempio, da Cisterna di Latina ad Anagni, da Aprilia a Santa Palomba il sistema idrico e degli impianti di depurazione sta diventando un problema che rischia di fermare gli stabilimenti.
Al governo Camilli chiede di ripristinare il bonus assunzioni under 36, indirizzandolo a laureati e dotto-rati per favorire l’ingresso delle migliori energie nelle imprese. E poi il delle infrastrutture: Camilli chiede un ca-lendario credibile sulla Roma -Latina e garanzie sulla realizzazione della nuova Latina-Frosinone.
Poi un passaggio sul nucleare: con coraggio – ha detto – dovremmo candidarci ad un ruolo centrale nel nuovo corso europeo dell’energia nucleare.
E poi si deve mirare ad turismo più esigente, puntando sulla qualità, non più solo sulla quantità.