Un chilo di polvere da sparo con frammenti metallici, un rotolone di miccia e una bomba a mano di fattura artigianale. E ancora un mitraglietta Mp40, perfettamente funzionante in uso dall’esercito durante il secondo conflitto mondiale. fucili, pistole, passamontagna, maschere, proietti di diverso calibro e anche un lampeggiante e una paletta con un fac-simile del simbolo dell’Arma dei carabinieri. Il tutto era custodito all’interno di tre borsoni nascosti in mezzo a un campo incolto attiguo all’ospedale “Alfredo Fiorini”. I Carabinieri della Compagnia e della Stazione di Terracina hanno impiegato poco meno di un mese per risalire ad un componente dell’organizzazione che avrebbe gestito un autentico arsenale. In quest’ottica è stato arrestato, in esecuzione ad un ordine di custodia cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Latina, un 60enne, originario di Terni ma da anni residente a Terracina. L’uomo, secondo gli investigatori, farebbe parte di un nuovo gruppo criminale che, operante sul territorio della provincia di Latina, sarebbe dotato di un forte potere intimidatorio grazie alla notevole disponibilità, appunto, di armi, munizioni ed esplosivi. Mentre le indagini proseguono per individuare gli altri componenti di questa organizzazione, le convinzioni dei Carabinieri del capitano Francesco Vivona fanno leva su un aspetto: l’arsenale è stato abbandonato in extremis dietro i potenziali controlli sul territorio degli inquirenti. Forse poteva servire a compiere rapine e assalti a portavalori, la povere da sparo a far saltare sportelli bancomat. Colpi “importanti”, da veri professionisti del crimine