Mascherine chirurgiche anti covid pagate e mai ricevute. Partendo da questa ipotesi i carabinieri della Compagnia di Velletri hanno sequestrato beni per quasi un milione di euro ad un imprenditore di origini calabresi, indagato per truffa, riciclaggio e autoriciclaggio.
L’indagine, condotta dai militari della Stazione di Ariccia, dall’aprile all’ottobre 2021 e coordinata dalla Procura di Velletri, è stata avviata a seguito di una querela per truffa presentata dal titolare di un’azienda operante nel settore della vendita di materiale medico chirurgico.
Secondo le ipotesi 6 società facenti capo al soggetto indagato hanno stipulato, nei confronti di altre 13 imprese, contratti per la vendita di mascherine chirurgiche (nel periodo di massima emergenza pandemica da covid-19), senza mai fornire realmente la merce, facendosi pagare cospicui anticipi di denaro (poi oggetto di numerose movimentazioni bancarie). In questo modo le 13 società – dice l’accusa – sono state truffate per un totale di circa 1 milione di euro.
Le attività investigative svolte hanno consentito di accertare – nell’ipotesi dell’accusa – l’esistenza di un giro di riciclaggio e autoriciclaggio, articolato su una serie di movimentazioni bancarie consistenti in finanziamenti non onerosi e finanziamenti infruttiferi, operato dalle 6 distinte società riconducibili all’unico indagato.
All’imprenditore sono stati sequestrati, tra le altre cose, diversi rapporti bancari, veicoli, 5 abitazioni situate nel comune di Altomonte (CS), un’attività industriale, fabbricati e terreni per un importo che sfiora il milione di euro.